di Fabio Galli
In un’intervista rilasciata a Artribune, Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha affrontato le crescenti preoccupazioni del settore artistico riguardo alla mancata riduzione dell’IVA sulle opere d’arte nel recente DL Cultura. La questione ha suscitato un acceso dibattito tra artisti, galleristi, collezionisti e operatori del settore, che da tempo sollecitano una riforma per rendere il mercato dell’arte italiano più competitivo rispetto a quello di altri paesi europei. La delusione per l’assenza di un provvedimento immediato nel decreto ha alimentato timori che il comparto possa continuare a soffrire di una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti internazionali, con conseguenze negative per la circolazione e il commercio delle opere.
Mollicone, nel corso dell’intervista, ha voluto ribadire che il tema non è stato ignorato dal Governo e che è in corso un lavoro di approfondimento per affrontare la questione con un intervento strutturale e duraturo. In collaborazione con il Ministero della Cultura, è stata infatti approvata una Legge Delega al Governo per ridurre l’IVA sulle opere d’arte, un provvedimento che mira a colmare il divario con le normative di altri paesi europei e a rilanciare il settore. Secondo Mollicone, questa iniziativa pone l’Italia in una posizione di avanguardia rispetto a future misure analoghe che verranno adottate in Francia e Germania, garantendo al nostro paese una maggiore attrattività per gli investitori e i collezionisti internazionali.
Il problema dell’IVA sulle opere d’arte in Italia
Il mercato dell’arte italiano da tempo soffre di un’aliquota IVA considerata troppo elevata rispetto a quella applicata in molte altre nazioni dell’Unione Europea, penalizzando sia gli acquirenti privati che gli operatori del settore. L’attuale sistema fiscale disincentiva l’acquisto di opere da parte di collezionisti e investitori, riducendo il volume delle transazioni e limitando le opportunità per gli artisti emergenti di affermarsi sul mercato.
Questa situazione ha portato a una progressiva delocalizzazione delle vendite: molti collezionisti italiani, infatti, preferiscono acquistare opere d’arte all’estero, in paesi dove la tassazione è più vantaggiosa. Tale dinamica non solo indebolisce le gallerie italiane e le case d’asta nazionali, ma priva anche il sistema dell’arte italiano di risorse economiche fondamentali, che potrebbero essere reinvestite per la promozione di artisti emergenti, la valorizzazione del patrimonio culturale e il sostegno delle istituzioni museali.
Un altro effetto negativo dell’attuale regime fiscale è la difficoltà di attrarre investimenti stranieri nel settore. Molti collezionisti e investitori internazionali guardano con interesse all’arte italiana, ma spesso evitano di effettuare acquisti nel nostro paese proprio a causa della tassazione sfavorevole. Questo fenomeno ha reso più difficile per l’Italia competere con realtà consolidate come Londra, Parigi e Berlino, che hanno saputo costruire un sistema di incentivi più efficace per favorire la crescita del mercato dell’arte.
Una riforma attesa da tempo
La proposta di ridurre l’IVA sulle opere d’arte si inserisce in un più ampio piano di rimodulazione fiscale promosso dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo. L’obiettivo è quello di rivedere complessivamente il sistema fiscale per diversi settori strategici, tra cui quello artistico e culturale, con l’intento di favorire la crescita del mercato e la competitività delle imprese italiane.
Mollicone ha sottolineato che la riduzione dell’IVA non è soltanto una misura di natura economica, ma rappresenta anche un intervento culturale di grande rilevanza. Incentivare la circolazione dell’arte in Italia significa infatti rafforzare il ruolo del nostro paese come hub internazionale per il mercato artistico, rendendolo più attrattivo per i collezionisti e gli investitori stranieri. Un’IVA più bassa potrebbe stimolare l’interesse per fiere e manifestazioni di settore, dare nuovo slancio alle gallerie italiane e rilanciare le case d’asta nazionali, che negli ultimi anni hanno registrato un calo delle vendite rispetto ai concorrenti internazionali.
Il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ha confermato questa linea durante un’interrogazione in Commissione, ribadendo la volontà del Governo di procedere con la riforma. Secondo Mazzi, l’Italia deve adottare politiche più incisive non solo per tutelare il proprio patrimonio artistico, ma anche per incentivare il mercato dell’arte con strumenti fiscali adeguati. Il sottosegretario ha sottolineato che la riduzione dell’IVA potrebbe avere un impatto positivo anche sul mercato secondario dell’arte, favorendo un numero maggiore di transazioni e aumentando il valore complessivo delle opere in circolazione.
Un impegno di Fratelli d’Italia
Mollicone ha evidenziato che la riduzione dell’IVA sulle opere d’arte è una priorità storica per Fratelli d’Italia, che da tempo sostiene la necessità di una politica culturale più attenta alle esigenze del settore. Tuttavia, ha riconosciuto che l’attuazione della riforma non sarà immediata e richiederà ulteriori passaggi legislativi, oltre a un confronto con le istituzioni europee. Poiché l’IVA è regolata a livello comunitario, l’Italia dovrà assicurarsi che la misura sia compatibile con le direttive dell’Unione Europea.
L’introduzione di una tassazione più favorevole sulle opere d’arte potrebbe anche incentivare il collezionismo e il mecenatismo privato. In molti paesi europei, i collezionisti godono di incentivi fiscali che li spingono a investire in opere d’arte e a contribuire alla conservazione del patrimonio culturale. In Italia, invece, la fiscalità non è altrettanto vantaggiosa, rendendo più difficile per le istituzioni museali e le gallerie attrarre donazioni e acquisire nuove opere.
Oltre la fiscalità : un nuovo modello per il mercato dell’arte
Oltre alla riduzione dell’IVA, Mollicone ha sottolineato la necessità di accompagnare questa riforma con politiche più ampie per sostenere il mercato dell’arte italiano. La semplice riduzione dell’IVA potrebbe non bastare se non verrà affiancata da strategie di promozione del settore. Servono misure che incentivino le gallerie a sostenere i giovani artisti, programmi di internazionalizzazione per promuovere l’arte italiana all’estero e un rafforzamento delle istituzioni culturali che operano nel settore.
Un altro punto chiave è la digitalizzazione del mercato dell’arte. Mollicone ha sottolineato come la tecnologia e le piattaforme digitali stiano cambiando il modo in cui l’arte viene acquistata e venduta. L’Italia dovrebbe investire in strumenti innovativi che consentano agli artisti di avere una maggiore visibilità e alle gallerie di ampliare il proprio pubblico attraverso piattaforme online dedicate al commercio dell’arte.
Le prospettive future
Mollicone ha concluso ribadendo che il Governo intende proseguire con il dialogo con gli operatori del settore per individuare le soluzioni migliori. Se la riduzione dell’IVA sarà attuata nel modo giusto, potrà rappresentare un punto di svolta per il mercato dell’arte in Italia, rendendolo finalmente competitivo a livello internazionale.
(12 febbraio 2025)
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