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Sono un padre con tanti dubbi e una certezza

di Alfredo Falletti

Ci sono momenti nei quali senza accorgersene si viene travolti o anche piĆ¹ semplicemente catturati dallo scorrere di tutta una vita trascorsa, dai sogni non realizzati, ma ben conservati nel cassetto o da piccole soddisfazioni o da grandi disillusioni piĆ¹ o meno dolorose. In tutto questo scorrere senza ostacoli ci sono, da un certo punto in poi, i figli.

Ed ecco che ci si confronta con il periodo in cui non c’erano ancora i figli, con quello in cui i propositi e gli intenti arrivavano ad avere una veste addirittura ā€œeroicaā€ e poi ci si trova a riflettere su quel che alla fine ĆØ il rendiconto: lā€™oggi. Un rendiconto mai chiuso, un po’ come quelle pagine di giornale che ogni giorno mi travolgono con ragazzotti che sparano ed annientano la vita, i sogni e il futuro di sconosciuti, per il piccolo potere che pretendono di esercitare per un parcheggio o per il semplice piacere di mettere a frutto le rette pagate in palestra [sic]. Branchi di giovani stupratori il cui vuoto pneumatico etico e intellettuale lascia disarmati; vuoto che porta ad una riflessione su quanto poco abbiano rappresentato dal punto di vista educativo i genitori che difendono a oltranza e che forse sono il problema di quei disadattati emuli di ā€œduri e puriā€ personaggi televisivi [Mi domandoĀ che madri avete avuto. Se ora vi vedessero al lavoro in un mondo a loro sconosciuto, presi in un giro mai compiuto d’esperienze cosƬ diverse dalle loro,Ā che sguardo avrebbero negli occhi? Pasolini].

E poi bande di adolescenti in zone abbandonate dallo Stato che si lasciano andare a comportamenti da definire animali, ma che in natura non esistono se non, proprio, in quella che impropriamente chiamiamo natura umana o presunta tale. E rifletto tra me e me considerando che i miei figli sono lontani anni luce da una simile barbarie ed io ho cercato di farli crescere e andare avanti nel rispetto di se stessi e degli altri.

Per caritĆ , sono stati bambini, adolescenti, ragazzi e adesso entrano nella maturitĆ  e non hanno disdegnato di farmi impazzire secondo il concetto ā€œfigghi nichi, guai nichi; figghi granni guai granniā€, ma quelli che per me erano ā€œguaiā€ allora, ad oggi diventano un sospiro di sollievo ed un malcelato motivo di soddisfazione ed orgoglio paterno, per non averli mai sentiti pronunciare parole discriminatorie, sessiste, razziste. Li guardo silenziosamente e vedo una giovane donna e un giovane uomo affrontare la vita con sentimento, coscienza, impegno, magari facendo errori – ma chi non li ha commessi? – a causa dei quali a volte si ricomincia qualcosa e altre volte si perde qualcosa, fosse anche un rapporto umano, ma mi chiedo sempre e comunque se io sia stato un buon padre e quale ricordo potranno avere di me; cosa che mi porta a giudicarmi dal punto di vista dellaĀ platealitĆ  che si identifica con l’aspirazione allā€™immortalitĆ .

Sono figli i miei cosƬ come figli sono, coloro che hanno devastato la vita di altri figli per un parcheggio o per una notte di ā€œcento cani su una gattaā€, o per il piacere di pestare a sangue uno scricciolo di ragazzino intervenuto a difendere un amico e far vedere che i soldi in palestra sono stati ben spesi e che loro sono dei duri. GiĆ , tutti duri e pronti a mordere la vita senza sapere che si ĆØ piĆ¹ duri affrontandola con tolleranza e rispetto verso gli altri; che si ĆØ piĆ¹ eroi quando si rifiutano compromessi e non ci si piega alle minacce; che si ĆØ piĆ¹ Donne e Uomini quando quella lettera maiuscola la si conquista ogni giorno, giorno per giorno, con coraggio e sacrificio, fino al punto da dover prendere una valigia per andar lontano o guardare andar lontano chi sia stato e sia ancora, la tua ragione di vita. E se nonostante tutto quel che si dice e si ripete da anni non dovesse ancora esser chiaro cosa sia un ā€œNoā€ o cosa sia dare alla vita il valore di un parcheggio o pestare o bullizzare o discriminare un indifeso, allora ĆØ lƬ che qualche padre ha sbagliato nel suo insegnamento che puĆ² essere fatto anche soltanto di gesti e poche parole.

Sono un padre e non so se davvero io sia stato tale con i miei bambini, ragazzi, giovane donna e giovane uomo, ma ci ho provato e continuo a provarci con tutte le mie forze. Ho ricostruito ogni giorno quello che i messaggi devastanti provenienti dal ā€œmondo di fuoriā€, distruggevano. Ci ho provato e continuerĆ² a farlo fino al mio ultimo giorno perchĆ© mi dico che sono un padre, che mi sento padre (e che cerco di fare il padre nonostante tutto e nonostante tutti).Ā Davanti a tanti interrogativi sono perĆ² certo di una cosa: posso guardare negli occhi i miei bambini, ragazzi, giovani donna e uomo senza dover abbassare lo sguardo per nascondere qualcosa. O peggio, per vergognarmi.

 

(3 settembre 2023)

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