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Se in Ungheria i diritti erano tali nel 1868 si capisce dove Orbán sta portando l’Ungheria oggi

di Silvia Morganti

Nel 1868 lo scrittore e libraio ungherese (nato però a Vienna nel 1824) Karl-Maria Alexandru Kertbeny mandò una lettera aperta al ministro della Giustizia della Prussia, Adolf Leonhardt, per modificare il paragrafo 143 del Codice prussiano che puniva “gli atti contro natura”. La tesi di Kertbeny era che lo stato non aveva il diritto di legiferare sui comportamenti sessuali dei sudditi.

Ad oggi il governo del primo ministro Viktor Orbán promuove un’agenda fortemente cristiano-conservatrice e anti LGBTQIA+. Ricordiamo che nel 2021 ha approvato una legge che vieta la manifestazione e promozione dell’omosessualità tra i minori di 18 anni (una specie di copia-incolla della delirante legge russa).

Il provvedimento vieta di mostrare ai minori libri o contenuti multimediali che trattano i temi dell’omosessualità o del cambiamento di genere. Secondo quanto emerge vieta, inoltre, l’esposizione in pubblico di tutti quei libri e prodotti che raffigurano o promuovono le differenze di genere entro i 200 metri da una scuola o una chiesa. Inoltre la legge ungherese obbliga le librerie a coprire con la carta i libri che trattano tematiche LGBTQIA+, a protezione dei bambini.

La seconda catena di librerie in Ungheria, la Lira Konyv, qualche giorno fa è stata multata 12 milioni di fiorini (pari a £ 27.500 o a 35.930 dollari) per aver esposto una graphic novel sui propri scaffali senza confezione sigillata.

La legge stabilisce infatti che le librerie devono esporre i libri per bambini che parlano di omosessualità in confezioni chiuse, incartate, senza mostrarne la copertina ed eventuale sinossi.

“L’indagine ha stabilito che i libri in questione ritraggono l’omosessualità e, nonostante ciò, sono stati collocati tra la letteratura destinata ai minori”, ha dichiarato l’ufficio governativo in una dichiarazione all’agenzia di stampa statale MTI.

La graphic novel in questione è Heartstopper, scritta e disegnata da Alice Oseman. La serie dell’autrice britannica è composta da quattro volumi usciti tra il 2019 e il 2020 e il quinto ed ultimo capitolo è previsto per il 2023. Il clamoroso successo di Heartstopper ha spinto Netflix ad acquisirne i diritti e la prima stagione messa in onda il 22 aprile 2022 è stata accolta molto positivamente dalla critica e dal pubblico, portando la rinomata piattaforma ad annunciare il rinnovo della serie per una seconda e terza stagione.

Nel 2021 una raccolta di 17 fiabe rielaborate in chiave inclusiva, interpreti di argomenti come genere, fluidità e ruoli sociali venne fortemente osteggiata in Ungheria fin dalla sua prima pubblicazione, divenendo oggetto di vere e proprie rappresaglie. Hanno avuto luogo aggressioni a librai, raccolte firme per bloccarne la vendita e la coordinatrice editoriale del progetto, Dorottya Redai, ha ricevuto minacce di morte. Tantissimi lettori e lettrici hanno però accolto favorevolmente la raccolta arrivando a far vendere oltre 35mila copie del volume, portando C’è una fiaba anche per te a ottenere nello stesso 2021 il riconoscimento di libro per ragazzi più innovativo da parte di IBBY Ungheria. Divenuto un caso editoriale, è stato poi tradotto in più di undici lingue. La prima edizione olandese è stata pubblicata nell’ottobre 2021, quelle in polacco e slovacco sono uscite a dicembre dello stesso anno, la tedesca e svedese invece nella primavera del 2022 e hanno fatto seguito le edizioni inglese, finlandese, estone, ceca e francese. In Italia C’è una fiaba anche per te è arrivato nelle librerie solo nel mese di maggio del 2023 edito da Bompiani nella traduzione di Dóra Várnai.

 C’è una fiaba anche per te (Meseorszag mindenkie) è un libro per bambini che riguarda il mondo LGBTQIA+, la comunità Rom, il tema della disabilità e molto altro promuovendo l’inclusione su più fronti e invitando i bambini ad avere un pensiero aperto sul mondo che li circonda. Vuole suggerire ai lettori un esercizio di identificazione e stimolarli nell’intraprendere la strada giusta stando sempre dalla parte del più debole, del bisognoso, abbracciando sempre il principio fondamentale dell’uguaglianza. Queste 17 fiabe ci presentano personaggi vecchi e nuovi, legati alla tradizione folcloristica ungherese e non. Ad esempio ci sono donne che rifiutano di sposarsi, streghe che amano fare le pasticciere senza nessuna volontà di mangiare bambini, draghi che non vengono uccisi. Il risultato è una raccolta ricca di spunti e modelli comportamentali al passo con la modernità. Fiabe ancorate al reale. Una realtà dove vengono accolte le individualità, senza etichette.

Ricordiamo che l’Italia non si è unita alla causa della Commissione europea contro questa legge che vieta la promozione dell’omosessualità tra i minori. Quindici Paesi hanno sostenuto l’accusa contro il governo di Orbán per violazione dei diritti umani. Ma il governo Meloni, non inaspettatamente, no.

A quando anche in Italia una legge che ridurrà l’omosessualità a pornografia? Perché lo abbiamo capito che il Presidente Giorgia Meloni, così legata alla famiglia, avrà sempre ascoltato e seguito i consigli della nonna e i vecchi detti. Come ad esempio “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”.

E lei e la nostra povera Italia, sul tema dei Diritti, belle claudicanti già lo sono.

 

 

(15 luglio 2023)

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