Francesco Saverio Teruzzi, artivatore come ama definirsi, che è una bella responsabilità oltre che un mestiere – ha fatto dell’arte lo scopo della sua vita attraverso la promozione di iniziative culturali e artistiche nel tessuto sociale. Da molti anni, insieme al maestro Michelangelo Pistoletto che recentemente ha festeggiato i suoi primi 90 anni, si occupa di grandi operazioni collettive come quelle incentrate su “Il Terzo Paradiso”, in cui coinvolgendo persone comuni si affrontano temi importanti e urgenti come la sostenibilità ambientale. L’abbiamo intervistato per la nostra inchiesta sull’universo maschile per parlare di tutto ciò che lo riguarda, nel bene e nel male.
Secondo te cos’è la virilità in un uomo?
La capacità di proteggere.
A tuo dire quali sono le pressioni che riceve il genere maschile dalla società odierna?
Da quasi cinquant’anni il genere maschile ha visto una evoluzione/rivoluzione accelerata nel suo ruolo all’interno della società/comunità/famiglia a cui non ha saputo rispondere vittima dell’assunto pubblicitario che l’uomo non deve chiedere mai. Il risultato è un’assenza d’equilibrio e armonia che inasprisce la competizione spostando l’attenzione dal processo di fare e realizzare al risultato da ottenere sempre e comunque e con qualsiasi mezzo.
Trovi che sia cambiato il rapporto tra padre e figlio maschio rispetto al passato?
Inevitabilmente, ma tendenzialmente in bene laddove c’è rapporto.
I media ormai parlano solo di femminicidi, un tragico fenomeno purtroppo inarrestabile: secondo te cosa spinge questi uomini a uccidere le proprie compagne? In cosa sentono offesi la propria virilità?
Propenderei per l’insicurezza. Che essa si manifesti come gelosia o impossibilità al “controllo”, è comunque la risultante di una debolezza tragicamente latente. Il ché apre ad un’altra domanda: si può prevenire? Molto probabilmente in diversi casi una “diagnosi” per tempo potrebbe portare a un intervento risolutore, ma l’insicuro accetterebbe l’aiuto?
Oppure il machismo non offre questa possibilità?
Seppur non come nel caso del femminicidio che è diventato un’emergenza nazionale, in Italia avvengono anche maschicidi ma nei media non se ne parla. Credi che ci sia una specie di vergogna da parte di questa società nell’affrontare la morte di un uomo per mano di una donna?
Fa parte del copione. La nostra società (Italia) è ancora parametrata al maschile e non è ammissibile parlare né di maschicidi né di violenza sessuale, mobbing o altro sugli uomini. È un fatto culturale, ha quindi necessità di tempi lunghi per essere assorbita come possibilità.
In Italia la madre ha un ruolo centrale nell’educazione dei figli, il padre sta cominciando ad averlo negli ultimi anni. In cosa queste due figure dovrebbero cooperare meglio nella crescita dei figli maschi e delle figlie femmine?
Nel dialogo. Se pensiamo alla crescita di un figlio come parte del comune progetto di vita denominato famiglia, non possiamo ignorare che la scelta operativa più valida è la co-progettazione. Metodología che deve avvalersi anche dell’esperienza dei nonni (positiva/negativa), ma che soprattutto a un certo punto dovrà coinvolgere il figlio, se lo si
vuole effettivamente accompagnare alla maturità.
Lavori nel mondo dell’arte che in teoria si professa sempre aperto. Ti è mai capitato di riscontrare delle disparità nel tuo ambiente tra un uomo e una donna?
Assolutamente sì, come esistono pregiudizi per razza, provenienza, età, ecc.
Come vorresti che fosse tuo figlio come uomo da grande?
Non ho figli, ma se lo avessi o pensando ai miei nipoti o a qualsiasi altro ragazzo/ragazza vorrei che fosse felice.
Come voleva che fossi tuo padre come uomo da grande?
Poco prima di morire, in ospedale, ho avuto modo di parlargli a lungo e in questo chiacchierare mi disse che era orgoglioso di me perché nella mia vita avevo sempre voluto essere libero ed ero sempre riuscito a trovare una strada senza mai buttarmi giù. Io in effetti non so come mio padre volesse che fossi, ma so con certezza che non mi ha mai ostacolato nelle scelte che ho fatto.
In cosa gli uomini dovrebbero definire meglio il loro concetto di mascolinità per evolvere in questa società?
Non esiste nulla di così immutabile come il cambiamento. Trasformarsi nelle differenze è condizione necessaria e inarrestabile dell’essere umano. La mascolinità è solo una delle innumerevoli facce di una moneta, un dado o una sfera prospetticamente illimitata. La mascolinità e come la femminilità, una condizione, un dato di fatto. Sono le interazioni,
il libero fruire e l’eguale possibilità lo spazio sul quale muoversi anche per trovare una propria auto definizione.
(3 luglio 2023)
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