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“L’idea meravigliosa” che è meglio abortirla subito o del rischio di remake di Bibì e Bibò

di Marco Biondi 

Houston, abbiamo un problema. Mancano ancora tre settimane al 5 maggio. Qualcuno ha sbagliato i conti? Infatti, il poeta scrisse, in memoria del 5 Maggio: Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro. Così percossa, attonita la terra al nunzio sta … e noi ci chiediamo: muta? Indifferente? Serena? Ignavia? Possiamo tranquillamente affermare che la terra al nunzio è tutto fuorché preoccupata.

Degli eventi relativi al progetto di partito unico tra Azione e Italia Viva, si erano interessati, sì e no, solo quelli che li avevano votati alle ultime elezioni. Da allora, i sondaggi non hanno fatto altro che rilevare dei micro-spostamenti di qualche zero virgola. Significa che del partito unico non interessava granché “agli altri”. Chi non aveva votato le liste che avevano preparato in comune Azione e Italia Viva, da allora non ha manifestato alcun interesse a ciò che stava succedendo. Al massimo curiosità.

Da ciò possiamo dedurre che quanto sta succedendo sia un affare interno ai partiti di Calenda e Renzi? Io credo di no e vi spiego perché.

L’idea di presentare agli italiani un partito unico, svincolato dalle singole personalità, che potesse offrire un’alternativa al duopolio destra/PD, aveva un senso politico. Sarebbe riuscito a dare voce a quanti non volevano schierarsi con la destra attuale e con il nuovo PD a guida Schlein, fortemente connotato a sinistra, corroborato con un’alleanza abbastanza solida con i 5Stelle. Invece gli italiani avevano già deciso di non fidarsi, e i fatti gli stanno dando ragione.

E, a proposito di ragione, quanto importa capire chi dei due abbia più ragione dell’altro? Forse molto poco. Possiamo già dire che, gli italiani, già avevano in mente il titolo “Attenti a quei due”.Che si tratti di due personalità forti, nessuno lo dubita. Che uno dei due, il toscano, abbia molte più capacità dell’altro, credo pure.

Se vogliamo trovare le ragioni della rottura tra gli ultimi avvenimenti, possiamo pensare al nuovo incarico di Renzi come direttore del “Riformista”, al fatto che Calenda non voglia nuove Leopolde, alle perplessità circa la divisione dei fondi. Ma, forse, le ragioni risalgono a molto prima. Se Calenda, come un amante ferito, accusa Renzi di non parlargli (lui parla con Obama), significa che qualcosa che non andava c’era anche prima. Se doveva proseguire un’idea di partito unico, l’unica strada era di farlo nascere come partito, con tanto di congresso e con elezione libera degli organi decisionali; forse Calenda si è sentito sconfitto in partenza, considerando l’enorme squilibrio che c’è tra la sua classe dirigente e quella di Italia Viva.

Ma se poi volessimo lasciar correre la fantasia, potremmo immaginare anche altri scenari.

Schlein come novella Andreotti, che irretisce Calenda promettendogli un degno rientro nel PD, per smontare, prima ancora che nasca, un possibile temuto partito antagonista? O nuovi movimenti al centro, in vista del disfacimento di Forza Italia, con le fuoriuscite famose che si erano accasate in Azione che adesso vedono meglio Renzi come possibile condottiero di una nuova formazione molto più centrista?

Se però lasciamo perdere le illazioni, ossia se nulla di tutto ciò fosse vero, resterebbe il dubbio che i due politici che ora si guardano in cagnesco, possano rinunciare a un possibile buon posizionamento alle prossime elezioni europee del 2024. Sarebbe assurdo lasciare che quello spazio possa essere occupato ancora da Forza Italia, ora che rischia pesantemente di perdere l’attrazione verso gli elettori che il suo fondatore ha sempre avuto.

Quello che potremmo aspettarci è che, tra un po’, ci saranno molti volenterosi che si occuperanno di raccogliere gli stracci che ora stanno volando, per creare non più un nuovo partito, ma una federazione che possa presentarsi alle elezioni europee non solo con la speranza di superare lo sbarramento del 4%, ma magari anche di raccogliere un discreto consenso da portare in dote a Renew Europe di Macron.

Senza dimenticare che Macron è amico di Renzi, e non di Calenda. Che fine possa fare Azione sinceramente è difficile da immaginare. Che Renzi, invece, continuerà ad avere un futuro in politica resta comunque un’ipotesi molto credibile. Che rabbia però che lui venga pagato per le sue conferenze all’estero e Calenda invece no! Ma questo come poteva essere riequilibrato?

 

(14 aprile 2023)

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