di Giuseppe Enzo Sciarra
Amadeus ha vinto! Nel senso che il suo Festival di San Remo, al di là delle polemiche, delle belle trovate e di altre un po’ meno belle, (lascio a voi stabilire quali siano quelle brutte e quali no), sta vedendo il trionfo degli artisti sanremesi nelle classifiche di vendita; il che non è scontato e più giù vi spiegherò il perché.
Nella classifica Fimi (la più importante di tutte e la sola che conti veramente), quella che stabilisce quanto vendono realmente i nostri musicisti, nella top 40 troviamo quasi interamente la lista dei cantanti e gruppi usciti dal festival. Al numero uno c’è Lazza con la sua bellissima, “Cenere”, che mescola in maniera intelligente hip hop e house, seguono il vincitore Marco Mengoni, Mr.Rain, Madame e Tananai che chiude la top five. Interessante l’exploit di Paola e Chiara, da sempre bistrattate dalla critica e da quel pubblico italico che snobba la dance, (con cui noi italiani abbiamo fatto però fior fior di milioni), che dai tempi di “Festival” non riuscivano a piazzare un pezzo nella top 20 e sono al numero 12, dopo che avevano esordito alla 37ª posizione la scorsa settimana.
Anche la rimonta di Levante con la sottovalutatissima, “Viva” che esordisce al numero 17 e che potrebbe salire più in alto in hit parade, dice tanto su quanto tutte le canzoni abbiano attecchito nel pubblico.
Continuando con la top 10 fimi, al sesto posto della classifica troviamo il discusso Rosa Chemical e la sua accattivante Made in Italy a cui seguono Elodie, Colapesce e Dimartino, Ultimo e Coma_Cose.
E’ un successo che non stupisce quello delle vendite di San Remo, successo che si conferma da anni con la direzione di Amadeus. L’esperienza maturata dal conduttore Rai come deejay da radio non va data per scontata quando si affronta la selezione dei pezzi da presentare al Festival. Se ripenso agli anni novanta e a Baudo, Buongiorno e ci metto pure Fazio, vedo un’attenzione rivolta più allo show che alla musica, cosa che si traduceva in tanti artisti e nuove proposte che calcavano il palco dell’Ariston per rilanciare una carriera o lanciarne una, fallendo in molti casi l’obiettivo mentre le radio che li ignoravano e la classifica Fimi raccoglieva a stento il trenta per cento delle proposte sanremesi.
Anche negli anni duemila le cose non sono migliorate, anzi, era solo una minima parte degli artisti dell’Ariston quella che entrava in classifica. Le cose hanno iniziato a cambiare radicalmente con i festival di San Remo condotti da Morandi e Baglioni che in quanto esperti di musica poiché cantanti di un certo peso e non solo showman, hanno iniziato a fare selezioni oculate delle canzoni per dare spazio a veri musicisti e non a dilettanti allo sbaraglio.
I Sanremo degli anni addietro, al di là di edizioni memorabili e di altre un po’ meno, erano manifestazioni che oscillavano tra proposte musicalmente interessanti ad altre da sagra della porchetta che pecorecce è dir poco; ciò si traduceva (quasi) sempre in una minima parte di artisti che entravano in classifica.
Morale della favola, un buon direttore artistico del festival di Sanremo deve garantire come ha fatto Amadeus, un’ottima proposta musicale che si può avere solo se si ha una vera cultura in fatto di musica, dando una grande attenzione a quello che va per maggiore alle radio, cosa che altri conduttori anni addietro non facevano di certo. Sanremo per anni è stata l’ultima spiaggia per tanti artisti mentre adesso è diventato quello che sarebbe dovuto sempre essere: la vetrina più ambita per lanciare una canzone da classifica o un disco che scali le hit parade.
(18 febbraio 2023)
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