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Migranti tra miopia politica, politica in affanno, misure immorali e istigazione alla guerra tra poveri

di Alfredo Falletti

Si deve risalire al 2018 per ritrovare una profonda crisi con la Francia ed un clima fortemente inquinato con la UE in genere, Ministro degli Interni Matteo Salvini, attuale Ministro delle Infrastrutture che dei migranti ha fatto il suo tormentone anche quando nulla abbiano a che fare con il suo incarico.

Nel caso più recente, tuttavia, la situazione è stata ancor più incisiva per gravità nel comportamento del Sig. Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni che è risultata alquanto infantile con quelle sue parole in modalità “spezzeremolereniallafrancia” che hanno suscitato in sede europea notevole sdegno e meraviglia ed hanno minato alla base i rapporti con i cugini d’Oltralpe. Basta leggere le parole pronunciate dal portavoce di Governo, Olivier Véran per rendersi conto del boomerang che la Giorgia nazionale ha scagliato: “L’Italia non sta mantenendo l’impegno fondamentale nel meccanismo di solidarietà europeo”. Ne consegue che “non manterremo la contropartita che era prevista e cioè accogliere 3000 migranti attualmente sul territorio italiano. L’Italia ci sta perdendo perché normalmente beneficia di un meccanismo di solidarietà europea, il che significa che un gran numero di Paesi europei, in particolare Francia e Germania, si impegnano, in cambio del fatto che l’Italia faccia attraccare navi con naufraghi, a recuperare gli stranieri sul loro territorio”.

Véran conclude con un’espressione che da sola è un sonoro schiaffo ad etica, sbandieramenti di rosario, invocazioni a santi e madonne: “La Francia non sarebbe la Francia se non avesse accolto questa nave, e quindi rispettato gli accordi internazionali”.

Dopodiché il nostro paese di millantatori, santi e navigatori si ritrova isolato dal contesto internazionale maggiormente incisivo sugli equilibri europei e soprattutto si ritrova contrapposto ad un fronte comune costituito da Francia, Germania, UE e Corte di Giustizia Europea che ha bocciato sostanzialmente la “politica giorgiana”. Come se non bastasse, ci si ritrova a fare i conti con “perle ministeriali” quali il carico residuale del Ministro degli Interni Piantedosi che sembrerebbe aver scambiato gli esseri umani per carico di bestiame su navi.

Non meno esecrabile la differenziazione tra profugo e naufrago addirittura facendo ricorso al vocabolario Treccani (ci si augura che le bestiole fossero di razza?) senza considerare che degli uni e degli altri ne sono morti a decine di migliaia in mare, insieme, mentre cercavano di arrivare ad approdare su quella terra che significa speranza. Una orribile suddivisione di esseri umani – perché sono esseri umani e non carico merci – per classi di disperazione diverse: che siano fuggiti dalle guerre, dalla fame, dalla tirannia, dalla miseria, dalla mancanza di opportunità di vita cosa importa? Coloro che fuggono dalla miseria e dalla fame – i cosiddetti “migranti economici” sono diversi da coloro che fuggono da una tirannia sanguinaria e per non essere massacrati da orde di paramilitari di governo?

La suddivisione per classi di disperazione non è diversa dalla suddivisione di esseri umani in base alla razza, alla religione e alla classe sociale perché anche per questo sono oggetto di persecuzione e massacri. È l’anticamera di ghetti ed apartheid, un autentico anacronismo capace di portare indietro un paese di decenni se non addirittura di “ere“ politiche e sociali come quelle che hanno funestato e caratterizzato l’Italia esattamente un secolo addietro. Una legislazione speciale dedicata a migranti, stranieri o, addirittura, non italiani nati in Italia, in un contesto storico in cui nel paese sta avanzando un sentimento di “esigenza di potere forte” al quale consegue la prostrazione ed idolatria verso personaggi che nei fatti non hanno alcunché per cui essere oggetto di particolare considerazione, ammirazione, può essere estremamente pericolosa soprattutto alla luce dell’evoluzione o meglio involuzione, quasi implosione, negli ultimi trent’anni del termine “democrazia“.

Un termine che non vede l’imposizione palese del pensiero unico di regime (ma se ne potrebbe anche parlare), ma il totale disinteresse da parte del sistema di potere nei confronti del libero pensiero e della sua libera espressione negandole ogni valore, neutralizzandola nell’arrogante indifferenza  e perseverando nella logica del massimo profitto e della difesa degli interessi di parte, personali, di partito, di caste, di lobbies azzerando scientemente tutti i servizi di valore sociale quali sanità, scuola, cultura, infrastrutture in zone disagiate e tutto ciò che insieme a queste risulta essere strategico per il benessere ed il progresso sociale, culturale, lavorativo  di un’intera nazione.

L’alimentare la discordia ed il razzismo sono strumentali al fine di creare, con il “divide et impera”, un nuovo fronte critico di conflitto sociale che si aggiunge al conflitto ormai sempre più grave e visibile conseguente al divario tra nord e sud del Paese così che ogni “area territoriale e di popolo“ possa identificare un nemico contro il quale scagliarsi in una guerra tra poveri che potrà solo ed esclusivamente cagionare un immiserimento umano e sociale della popolazione che rimarrà facile e malleabile preda di demagoghi, politici falliti e capipopolo incapaci di qualsiasi visione del futuro. Ma a cosa corrisponde questa minaccia di invasione dal mare in pochi lo sanno: il 15% del totale dei migranti che arrivano in Italia.

E pochi sanno che l’Italia è quarta nella classifica dei richiedenti asilo con 45.200 a fronte della Germania con oltre 148.000, della Francia con 103.000 e della Spagna con oltre 62.000. Anche nel rapporto con la popolazione residente l’Italia è decisamente indietro collocandosi al quindicesimo posto in Europa. Ed è arduo trovare parole di commento quando qualcuno come Durigon, leghista ripescato dopo il flop elettorale del 25 settembre, affermi che i migranti tolgono il lavoro ed il pane agli italiani…

 

(16 novembre 2022)

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