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La campagna elettorale è finita. Andate in pace

di Marco Biondi

Avete presente quando state facendo un sogno bellissimo e improvvisamente suona la sveglia? Puff, il sogno scompare e vi ritrovate con la solita bocca impastata, gli occhi cisposi e ancora semi-chiusi e quella sensazione di sconforto, come se il vostro corpo non volesse accettare la realtà. E’ cominciata una nuova giornata. Vi attende la solita vita, il solito lavoro, i soliti impegni. Oggi come ieri e non tanto diverso da domani.

Non siamo dallo psicologo e non sto indagando sulle vostre routine, belle o brutte che siano, ma sto preparando i tanti elettori del centro-destra alle sensazioni alle quali si troveranno presto di fronte. La Legge di bilancio 2023 sarà presto presentata alle camere, probabilmente a una soltanto, e quella ci dirà cosa potremo attenderci dallo Stato il prossimo anno. La Repubblica Italiana si trova nella stessa situazione da anni. Quello era il suo bilancio qualche mese fa, e quello sarà il suo bilancio oggi e domani. I margini sono pochi, qualche limata di qua, qualche aggiunta di là. Ma il sacchetto delle riserve era e rimane vuoto, disastrosamente vuoto e non ci saranno “maghi” in grado di rimpolparlo.

Pochi forse ricorderanno la canzone di Giorgio Gaber, quella che parlava di Cerutti Gino, quello del bar del Giambellino, una volta periferia milanese un po’ degradata. “Il Cerutti” era chiamato “drago” perché era molto bravo a giocare a biliardo.

Ecco, noi un “drago” l’abbiamo avuto per qualche mese al Governo, anzi, ne abbiamo avuti più di uno. I nostri “draghi” ci hanno regalato sostegni inaspettati. Lo sconto sulla benzina, bonus e agevolazioni contro il caro bollette. Un Paese, in perenne “bolletta”, è stato in grado di estrarre dal cilindro risorse inaspettate che hanno, per quello che potevano, alleviato l’imprevista economia di guerra che è succeduta all’altrettanto imprevista e devastante crisi economica generata dalla pandemia.

Eppure queste misure, per qualcuno quisquiglie, per altri, quelli più informati sull’economia, veri e propri “semi miracoli”, hanno creato dei presupposti che stanno per minacciare di “figuraccia” quelli che, in campagna elettorale, hanno promesso l’iradiddio. E già, cari elettori di Salvini e di Meloni, cari fedeli berlusconiani, sta per scoccare l’ora della sveglia. Parliamone se vi va.

Pensioni. Le minime a mille euro non le vedremo nemmeno col binocolo, neanche tra cinque anni. Il pensionamento della Fornero resterà nei sogni salviniani. Stanno facendo i salti mortali per buttare una milionata di euro che consenta a circa cinquantamila persone di andare in pensione prima del 2023, giusto il pretesto per poter dire che, in attesa di una riforma strutturale, qualcosa hanno fatto. Ma, queste si, sono quisquilie. Per il resto, prima di poter pensionare la Fornero, ci vorrà una bella inventiva. E un sacco di soldi.

Tasse. La famosa “flat tax”, tassa piatta, resta una chimera, oltretutto anticostituzionale. Salirà di qualcosa il limite per le partite IVA, ma ci fermeremo lì. Abuseranno del termine “flat tax” per alleviare il peso fiscale su qualche reddito incrementale, ma servirà solo per propaganda. Il principio costituzionale per il quale più si guadagna e più proporzionalmente si paga, impedirà qualsiasi altra manovra “alla Tremonti”.

E le altre cose che hanno promesso? Citerei, restando in tema di canzoni degli anni ’70, “parole, parole, parole” dell’indimenticabile Mina.

Se si parla tanto di respingimenti e di migranti, è solo perché non si può parlare di economia; se la comunicazione ufficiale non lesina riferimenti “alla nazione” e “alla patria” è perché di misure per il rilancio dell’economia non se ne vedono all’orizzonte. Siamo alla solita storia che è molto più conveniente parlare di cose che non costano e che non richiedono inventiva, piuttosto che mettersi alla prova per cercare di varare misure reali che, magari col tempo, possano avere effetti positivi sul bilancio dello Stato. Alzare il limite del contante a cinquemila euro non può avere effetti sull’economia, al massimo può accontentare qualche piccolo evasore. Cosa che farà l’ennesimo condono fiscale, adesso chiamato amichevolmente “pace fiscale”. Se non hai pagato le tasse e ti hanno beccato, non ti preoccupare, anche questa volta, con la destra, te la svangherai. Vedi che è inutile pagare le tasse?

La sensazione che di “Draghi” ce ne fosse uno e che oggi, con la squadra di governo che ci troviamo, anche mettendo insieme tutti i ministri e i sottosegretari non si riesca a fare le capacità di un Draghi è purtroppo molto forte. Ma magari è una sensazione solo mia. Meloni, “il” o “la” presidente del consiglio, che dir si voglia, saprà certamente smentirmi. Tanto, male che vada, tra cinque anni torneremo a votare, se non prima. E forse avremo un altro che prometterà pensioni a mille euro, sostegni ai nullafacenti e flat tax: volete che non salti fuori?

 

(14 novembre 2022)

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