di Giovanna Di Rosa
La maschia destra leghista-berlusconiana ha deciso che la maschia destra di Meloni non è maschia abbastanza, così Berlusconi dopo il partito di plastica, le televisioni di plastica, la politica di plastica, il matrimonio di plastica, incorona il Reuccio di plastica a nuovo leaderino della destra che piace al Silvio, che è quella che può controllare. Di Meloni chi se ne frega.
Il punto è che la bionda leader è coriacea e, al contrario del segretario leghista che si turba quando si parla di armi, ma voleva andare in guerra contro i barconi di migranti, la politica la sa fare. Per questo il vangelo secondo Matteo e Silvio non può che suggerire una parola d’ordine: isoliamola. Salvini è “L’unico vero leader” ha così tuonato il Silvio, e ci sarebbe da discuterne vista la caduta verticale del leader leghista nei consensi, ma a Berlusconi non importa, perché solo lui conosce il significato da dare all’aggettivo “vero” quando è lui a pronunciarlo.
“Matteo unico vero leader? Non me lo sarei aspettata”, così ha commentato Meloni, scrive Fanpage, dopo il clamoroso endorsement, che suona tanto di coltellata premeditata a testimonianza della straordinaria armonia che regna negli ambienti dell’inconcludente e poco capace destra italiana che non riesce a trovare accordi su nulla che non siano dichiarazioni d’intenti roboanti ai quali, vedi le recenti amministrative, nemmeno i loro elettori credono più. Poi Tajani ha provato a spegnere l’incendio, tacciando l’endorsement berlusconiano come “dichiarazione d’amicizia”. Peggio la toppa dello strappo.
(24 marzo 2022)
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