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Salvini tace. E non è detto che sia un buon segno…

di Daniele Santi

Dopo gli accadimenti polacchi, ampiamente documentati non soltanto dai nostri quotidiani, che ha miseramente fatto fallire la nuova versione del Salvini di pace, crollato miseramente sotto il peso di una magliettatravolto da colpi di tosse da costipazione ideologica, il segretario leghista sembra essersi dato alla macchia, forse consigliato dal grande gelo che lo circonda in ambienti leghisti.

Non lo aiuta di certo il silenzioso, ma inesorabile operare delle Procure, o forse è già partito – ma questa volta saggiamente in silenzio – per una nuova avventura, quella di cui parlava dicendo “Sono pronto a ripartire” (perché di vera gloria non s’è mai sazi), senza indesiderati Sindaci polacchi più a destra di lui pronti a mettergli un dito nell’occhio a metterlo in piazza per un maglietta con l’effige di Putin, come se fosse un delitto presentarsi come portatore di pace sul palcoscenico di una guerra scatenata da Putin con un passato filo-Putin. Alla fine c’è libertà di pensiero. Come il Sindaco polacco ha chiarito senza ombra di dubbio.

Sta di fatto che la bravata salviniana è costata un punto percentuale, decimale più decimale meno, al suo partito nelle intenzioni di voto: punto percentuale, decimale più decimale meno, cannibalizzato dalla sorella coltella Meloni d’Italia, così contrita nel ruolo di leader e prossima presidente del Consiglio, da confondersi da sola su questioni risibili come il Green pass che durerà fino al 2025, così confusa da farci sopra un video, con relativi errori. Dunque per una destra che guadagna decimali, e vai con le grida e la propaganda, ce n’è un’altra che perde decimali, e vai con le grida e la propaganda.

L’unica cosa certa di questi giorni è che invece di due voci che dicono ciò che sembra loro utile alla guerriglia intestina utile ai decimali da coalizzare, ne abbiamo una sola; dopo un po’ di riposo tornerà anche l’altra, con tante altre storie meravigliose. Magari nel frattempo si saranno messi d’accordo sulle amministrative a Viterbo (che litigano anche lì) dopo avere già perso tutte le altre. Perché se un leader si può anche inventare perché dotato di una serie di caratteristiche utili, una classe dirigente non s’improvvisa. Entrambi i contendenti, la leaderessa e il Capitano momentaneamente assente, lo sanno bene.

 

(15 marzo 2022)

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