di Ghita Gradita
La Russia ha bloccato in rapida successione prima Facebook e poi Twitter accusandoli di discriminazione nei confronti dell’informazione russa; la decisione è stata presa dall’autorità russa che regola le comunicazioni via Internet nella giornata in cui scrivere la parola guerra sulla stampa, parola che in Russia è stata bandita dalla comunicazione neo sovietica di Putin, è diventato un reato punibile con una pena fino a quindici anni di prigione come tutte le altre fake news sulla situazione del paese e sul conflitto in atto.
Nel paese in cui la propaganda veniva veicolata da un quotidiano chiamato Pravda (verità) che era una velina al soldo del PCUS diremmo che non c’è male. Nel paese in cui oggi i giornali che semplicemente fanno il loro lavoro vengono considerate con il nemico e poi chiuse. Nel paese in cui al processo Anna Politkovskaya: la giuria popolare da forfait.
(5 marzo 2022)
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